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DISCORSO PER IL GIORNO DEL RICORDO

Sabato 10 febbraio è stato inaugurato il Parco agli esuli Giuliani e Dalmati e ai martiri delle Foibe

Discorso per il Giorno del Ricordo

A tutti i presenti, Forze dell’Ordine, Associazioni, Polizia Locale del Comando integrato dei 4 Comuni, membri del Consiglio comunale, cittadini: grazie di essere presenti a questa cerimonia di intitolazione, con la quale diamo seguito al mandato ricevuto dal Consiglio Comunale che ha stabilito di intitolare un luogo significativo del nostro Comune a questa drammatica pagina di storia. Sono passati vent’anni da quando il Parlamento italiano istituì il Giorno del Ricordo, a memoria dei dolorosi eventi che coinvolsero gli italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia nella drammatica fase storica legata alla Seconda Guerra Mondiale e agli avvenimenti a essa successivi. La legge così recita: “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del Ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” Quel lembo di terra bagnato dall’Adriatico, dove per lungo tempo si è esercitata, con fatica e con fasi alterne, la convivenza tra etnie, culture, lingue diverse, ha conosciuto, sperimentandoli e racchiudendoli, tutti gli orrori della prima metà del Novecento. Un territorio colmo di ricchezza, di bellezza e di cultura, alimentato proprio dalle sue differenze, che ha subìto il destino immeritato di veder sorgere sul proprio suolo i simboli agghiaccianti dei diversi totalitarismi: le Foibe, il campo di prigionia di Arbe, la Risiera di San Sabba. Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia, l’unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani. Siamo dunque oggi qui, in questo parco pubblico del nostro paese, per rendere onore a quelle vittime e, con loro, a tutte le vittime innocenti dei conflitti etnici e ideologici che ancora oggi si consumano. Per restituire dignità e rispetto alle sofferenze di tanti nostri concittadini. Sofferenze acuite dall’indifferenza avvertita da molti dei trecentocinquantamila italiani dell’esodo, in fuga dalle loro case, che non sempre trovarono rispetto e solidarietà in maniera adeguata nella madrepatria. Tra la soggezione alla dittatura e il destino, amaro, dell’esilio, della perdita della casa, delle proprie radici, delle attività economiche, questi italiani compirono la scelta giusta. La scelta della libertà. Grazie al coraggio, all’azione instancabile e a volte faticosa delle associazioni degli esuli istriani, dalmati e della Venezia Giulia, il tema delle foibe e dell’esodo è oggi largamente conosciuto dalla pubblica opinione, è studiato nelle scuole, dibattuto sui giornali. La storia ci ha insegnato che la differenza è ricchezza, non una malapianta da estirpare. Che i muri e i reticolati generano diffidenza, paura, conflitti. Italia, Slovenia e Croazia, grazie agli sforzi congiunti e al processo di integrazione europea hanno fatto, insieme, passi di grande valore. I giovani che vivono ai confini dei nostri Paesi, mantenendo l’orgoglio delle proprie identità, hanno acquisito la consapevolezza di appartenere a un’area con un futuro comune che presenta grandi opportunità - economiche, sociali, culturali - che soltanto la convivenza, la compresenza, il dialogo, la pace possono offrire. Alle vittime di quelle sopraffazioni, ai profughi, ai loro familiari, rivolgiamo oggi un ricordo commosso e partecipe. Troveranno corrispondenza, rispetto e solidarietà a seconda di quanto saremo in grado di proseguire sulla strada di pace, di amicizia, di difesa della democrazia e dei diritti umani, intrapresa con l’approvazione della Costituzione Repubblicana, la comprensione, la collaborazione tra i popoli. E dunque, a loro, dedichiamo nel Giorno del Ricordo, il Parco in cui ci troviamo, “agli esuli Giuliani e Dalmati e ai martiri delle Foibe”. Grazie.


Il Sindaco

Caterina Cacciavillani



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